Psicologia dell’abitare
L’architettura del wellness per la tua casa
L’importanza del riportare la natura al centro del nostro abitare è una tendenza che ha orizzonti ben più ampi della sola Gallura – Costa Smeralda: ad oggi la neuro architettura del wellness è infatti un tema vivo e quantomai dibattuto fra gli esperti del settore.
Chiamarla moda sarebbe riduttivo. Tendenza, generico. Il design del benessere è un’esigenza ed una necessità sempre più impellente.
Il mondo attorno a noi è in continuo divenire ed oggi più che mai la sfida di tecnici ed Architetti è quella di ritrovare una nuova dimensione di equilibrio fra uomo e natura, un reciproco scambio capace di arricchire mutualmente entrambi.
Per capire la centralità di questi temi nel dibattito odierno basta pensare al motto “Build Better Now” della COP26 di Glasgow, o ancora osservare il filo “verde” che collega le opere più iconiche e celebri di Archi-star di respiro internazionale quali Kengo Kuma, Renzo Piano, Stefano Boeri, Mario Cucinella, Cino Zucchi, B.I.G. (Bjarke Ingels Group), solo per citarne alcuni.
«Il rapporto salutare con le cose (…) è spesso vissuto in modo confuso – sostiene David Palterer, designer israeliano e docente al Politecnico di Milano – il rapporto con questi temi è spesso di consumo pubblicitario. Invece ci va rispetto e non sottomissione alla natura, ci va un ritorno alla cultura del bello tanto cara agli antichi romani. E molta ragionevolezza nel costruire edifici che devono avere la giusta altezza per l’aria, la giusta luce, la giusta immagine per la città. Ambienti interni che dialoghino con gli esterni e ritorno all’uso di tecnologie passive troppo snobbate perché non si vendono.
Sentirsi in relazione con le ore e con quel che ci circonda rende la nostra casa un piacere da vivere e la bellezza degli oggetti, una gioia degli occhi. Prendiamo il bagno e la cucina. Oggi sono sempre più luoghi di piacere. (…) Dunque sono stati creati componenti belli da usare, realizzati in materiali biodegradabili e riciclabili. Sono ritornati ad essere i luoghi dove si svolgono gli atti più importanti della nostra vita».
La casa è un luogo dai vastissimi significati psicologici: è uno spazio personale, interno, che si oppone a tutto ciò che è invece esterno. È il nido che ci protegge e ci conforta, nel quale possiamo sentirci sicuri e trovare riposo dalla frenesia quotidiana.
Questo rapporto empatico fra uomo e spazio abitato è stato studiato a lungo dall’ANFA (l’Academy of Neuroscience for Architecture, ovvero l’Accademia di Neuroscienze per l’architettura) arrivando alla definizione di ciò che oggi viene chiamata “psicologia ambientale”.